1. In merito alla definizione di ghaybat, le sue condizioni ed eccezioni, leggete la domanda “Sparlare di chi non prega”.
2. Se la persona in questione ha veramente tormentato qualcun altro, gli fa del male ed è fiera del proprio comportamento, è permesso presentare la sua personalità e spiegare i suoi difetti in sua assenza, e ciò non è considerato haram.
3. Ogni male inflitto ad altri prevede una punizione particolare. Se una persona fa del male a un altro, non si pente veramente e non ottiene il suo perdono, sarà punita in misura del male compiuto. Per questo motivo alcuni hadìth riportano che:
Il Profeta (S) disse: “Chi infastidisce il proprio vicino, Iddio gli priva il profumo del Paradiso e il suo posto è l’Inferno, che è un luogo assai brutto; e chi calpesta i diritti del proprio vicino, non appartiene a noi e Gabriele (a) ha raccomandato talmente tanto in merito al vicino che credetti sarebbe stato stabilito che si può ereditare da lui”[1].
L’imam Sadiq (A) disse: “Chiunque inventi una storia riguardo a un proprio fratello credente, la racconti e voglia distruggere il suo valore e screditarlo agli occhi della gente attraverso di essa, Iddio l’Altissimo lo allontanerà dalla Propria guida e lo affiderà a quella di Satana”[2].
L’imam Sadiq (A) disse: “… chiunque danneggi i beni o la dignità di un musulmano, è obbligatorio che ottenga il perdono dell’interessato …”[3].
Per approfondire cfr. la domanda “Sparlare di chi non prega”.
[1] Shaykh Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 12, pag. 127, Mo'asseseh Al al-Bayt (A), Qom, 1409 AH.
[2] Mohammad ibn Hasan Qital Neyshaburi, Rawdhat al-Wa'izin, vol. 2, pp. 387 e 388, Entesharat-e Razi, Qom; Shaykh Saduq, Al-Amali, pag. 486, Entesharat-e ketabkhane-ye Islamiyyah, 1983.
[3] Nu'man ibn Muhammad Tamimi Maghribi, Da'a'im al-Islam, vol. 2, pag. 485, hadìth 1731, Dar al-Ma'arif, Egitto, 1385 AH.