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Data aggiornamento: 2012/04/07
Codice sito fa17698 Codice archivio 23218
Argomento Diritto e Precetti,Atti meritori della preghiera
Tag preghiera|volgere|destra|sinistra|saluto
Domanda concisa
C’è un motivo per cui dopo il saluto della preghiera si dice il takbir e si volge il capo verso sinistra e destra?
Domanda
È corretto dire il takbir e volgere il capo verso sinistra e verso destra dopo la fine della preghiera? Per favore citate le fonti e il motivo.
Risposta concisa

Volgere il viso a destra e a sinistra, è una delle azioni meritorie dopo l’ultimo saluto della preghiera, riportata anche nei libri di hadìth. Il suo corretto svolgimento è il seguente:

  1. Se l’orante è l’imam della preghiera comunitaria, dopo il saluto della preghiera, prima di togliere lo sguardo dalla qiblah, deve guardare con l’occhio destro alla sua destra.
  2. Se invece l’orante è un partecipante alla preghiera comunitaria (ma'mum), per rispondere al saluto dell’imam deve dire un saluto in direzione della qiblah e altri due saluti, uno a destra e un altro a sinistra; quest’ultimo nel caso che a sinistra vi sia un orante o un muro. In ogni caso il saluto a destra non dev’essere mai trascurato, vi sia qualcuno a destra o non vi sia.
  3. Se l’orante compie la preghiera individuale, in direzione della qiblah deve dire una volta “assalamu alaykum” e volgere leggermente il viso a destra in modo che anche il naso sia orientato a destra.[1]

Da ciò che è stato detto precedentemente, si deduce che per colui che compie la preghiera individuale è meritorio volgere il capo in modo che anche il naso sia orientato a destra; mentre per l’orante che recita la preghiera comunitaria, è meritorio volgere il viso a destra e a sinistra come è stato spiegato.

Considerate che anche recitare tre volte “Allahu akbar” (takbir) e alzare le mani, sono delle azioni meritorie post-preghiera citate nei libri di giurisprudenza islamica.[2]

 

Questa domanda non ha una risposta dettagliata.

 


[1] Shaykh Saduq, Man la Yahdhuruh al-Faqih, vol. 1, pp. 319 e 320, Entesharat-e Jame'e-ye modarresin, Qom, 1413 AH.

[2] Muhammad Hasan Najafi (conosciuto col nome di “sahib al-jawahir”), Majma' al-Rasa'il (Muhashsha), pag. 296, Mo'assese-ye Saheb al-Zaman (A), Mashhad-Iran, 1415 AH.