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Data aggiornamento: 2010/12/22
Domanda concisa
Qual è il parere dei marja' riguardo ai riti di autoflagellazione durante le commemorazioni di lutto per l’imam Husayn (A) in passato e al giorno d’oggi?
Domanda
1. Perché sono proibiti i riti di autoflagellazione durante le commemorazioni di lutto per l’imam Husayn (A), non sono forse considerati come l’hijamat?
2. Qual è il parere dei marja' riguardo ai riti di autoflagellazione durante le commemorazioni di lutto per l’imam Husayn (A)?
3. Ai giorni nostri, i nemici dell’Islam non sfruttano forse questa questione per fare cattiva propaganda all’Islam?
4. È vero che l’ayatollah Seyyed Abolhasan Esfahani (r.a.) rese obbligatoria questa pratica?
Risposta concisa

Le commemorazioni di lutto per l’imam Husayn (A) sono sempre state raccomandate dagli infallibili Imam (A) e dai grandi della religione, inoltre sono sempre state celebrate nel corso della storia.

Uno dei metodi di celebrazione in alcune città o paesi era di procurarsi ferite, che i marja'[i] permettevano a patto che non presentassero rischi mortali. Tuttavia nessun hadìth accenna a questo metodo da considerarlo meritorio.

Oggigiorno questo tipo di commemorazioni vengono usate dai nemici dell’Islam per mettere in cattiva luce l’Islam e lo sciismo, tali da screditare la nostra religione. È per questo motivo che il Wali al-faqih[ii] e la maggior parte dei marja' le proibiscono.



[i] Un marja' è un giurisperito islamico che, con particolari condizioni, deduce le norme pratiche della religione e gli altri seguono i suoi decreti.

[ii] Il giurisperito islamico che, con particolari condizioni, guida la comunità islamica durante l’occultazione dell’imam Mahdi (Aj).

Risposta dettagliata

Le commemorazioni di lutto per l’imam Husayn (A) sono sempre state raccomandate dagli infallibili Imam (A) e dai grandi della religione. Queste commemorazioni, dopo il martirio dell’Imam (A), sono sempre state celebrate nel corso della storia e hanno mantenuto viva la cultura di Ashurà e offerto la possibilità alla gente di conoscere l’Islam e il Corano. L’imam Khomeini (r.a.) disse: “Adesso sono mille e quattrocento anni che queste orazioni, queste lamentazioni, queste sofferenze e questo battersi il petto ci hanno protetti”[1].

Ciò che è stato fortemente raccomandato dai grandi della religione è la celebrazione stessa di queste commemorazioni, gli stessi Imam (A) si impegnavano a organizzare cerimonie di lutto per l’imam Husayn (A)[2]. Invece, riguardo al metodo di celebrazione, non sono state raccomandate forme particolari negli hadìth e, qualsiasi metodo, fintanto che non sia contrario alle norme islamiche, non sia causa di danni irreversibili alle persone e non indebolisca l’Islam e lo sciismo, è permesso dall’Islam e dagli Imam (A). L’imam Sadiq (A) quando chiese ad Abu Harun di celebrare il lutto per l’imam Husayn (A) gli disse: “Celebrate il lutto allo stesso modo di come lo fate accanto al sepolcro dell’imam Husayn (A)”[3]; col passare del tempo si sono create le processioni di lutto e i metodi di celebrazione sono cambiati.

I metodi di commemorazione del lutto per l’imam Husayn (A) sono diversi per ogni popolo e nazione, in luoghi e in epoche diverse, in base ai loro usi e costumi. Dal punto di vista shariatico non si può fare riferimento a versetti o hadìth, ma è una questione di usanze locali che ogni popolo ha per dimostrare il proprio affetto al Signore dei martiri (A).

Uno di questi metodi, consueto in alcuni paesi come l’Iraq, il Pakistan e l’India, è quello dell’autoflagellazione (si dice che con questo metodo vogliano dimostrare di essere pronti a sacrificarsi per l’imam Husayn – A – e per l’Islam).

La questione dell’ammissibilità di questo metodo è sempre stata fonte di divergenza tra i sapienti e i marja': alcuni l’hanno permesso, altri no.

La prima volta, tale interrogativo, fu sottoposto all’ayatollah Na'ini e la sua risposta servì da base per le sentenze dei marja' suoi contemporanei e i successivi.

Egli, dopo aver specificato che non esiste alcun versetto o hadìth che approvi o vieti questo metodo, lo permise a condizione che non si tema danno. Dopo di lui, decine di marja' accettarono la sua sentenza. Al contrario, alcuni sapienti, tra cui l’ayatollah Seyyed Abolhasan Esfahani, lo proibirono, poiché l’autoflagellazione e il far scorrere il sangue dalla testa sarebbe stato mal interpretato dai non musulmani e avrebbe creato diffidenza nei confronti dello sciismo[4].

In ogni caso, anche i giurisperiti islamici che lo hanno permesso, hanno posto la condizione che non ci sia danno fisico.

Oggigiorno, oltre al fatto che questo metodo non è riconducibile a nessuna fonte e non può essere considerato meritorio[5], verrebbe altresì strumentalizzato dai nemici per mettere in cattiva luce l’Islam, i quali diffondendone le immagini, inducono a trarre conclusioni negative e screditano così l’Islam e lo sciismo agli occhi degli spettatori.

È per questo che l’imam Khomeini (r.a.) a proposito di tale pratica sentenziò: “In questo contesto non si autoflagellino …”[6].

A causa della propaganda negativa dell’Occidente in merito a queste pratiche, pure altri marja' quali gli ayatollah Khamenei, Fadhil, Makarem, Nuri Hamedani e Tabrizi, le hanno proibite in quest’epoca[7].

Nonostante ciò, alcuni marja' permettono questa pratica tutt’ora, poiché non ritengono che essa screditi e disonori la religione.

Per concludere, bisogna prestare attenzione al fatto che l’hijamat[8] è una forma di cura meritoria, che prevede condizioni e pratiche specifiche[9]; anche se, da un punto di vista medico, venisse dimostrato che l’autoflagellarsi alla testa procura gli stessi benefici dell’hijamat, non se ne potrebbe dedurre l’ammissibilità, poiché il discredito della religione e l’abuso dei nemici sarebbero comunque presenti.



[1] Mohaddethi Javad, Farhangh-e Ashura, pag. 339.

[2] Muqarram, Maqtal Imam Husayn (A), pag. 367; Porsesh-ha va pasokh-ha, vol. 13, pp. 169 e 170.

[3] Mohaddethi Javad, Farhangh-e Ashura, pag. 341.

[4] Ivi, pag. 215.

[5] Fadhlollah Seyyed Mohammad Hosseyn, Negahi Eslami be Ashura, pag. 44.

[6] Mohaddethi Javad, Farhangh-e Ashura, pag. 387.

[7] Masa'il Jadid az Didgah-e Olama' va Maraji', vol. 4, pp. 201 e 202; Tudhih al-Masa'il (al-muhassha lil-imam al-Khomeini), vol. 2, pag. 1062; Porsesh-ha va Pasokh-ha, n. 13, pag. 330, domanda 1460: Sentenza dell’ayatollah Khamenei in merito alla domanda: “È permesso autoflagellarsi di nascosto o la sua sentenza è generale?” Risposta: “L’autoflagellazione oltre a non essere considerata un metodo per esprimere il proprio dolore dalla consuetudine popolare, a non avere precedenti all’epoca degli Imam (A) e successivamente, e a non essere confermata in modo generale o specifico dagli Infallibili (A), oggigiorno è fonte di discredito per la religione, non è perciò permessa in nessun caso”. Mohaddethi Javad, Farhangh-e Ashura, pag. 198; Mawsu'at al-'Atabat al-Moqadassah, vol. 8, pag. 378).

“Qual è l’opinione dell’imam Khomeini riguardo all’autoflagellazione, le rappresentazioni teatrali (riguardo ad Ashurà), le recitazioni di lamenti e i riti di lutto?”

Risposta: “In questo contesto non pratichino l’autoflagellazione. Le rappresentazioni teatrali non sono un problema se non inducono ad atti proibiti e non discreditano la religione. Comunque le recitazioni di lamenti di lutto sono le migliori, ma per avvicinarsi a Iddio sono meglio le commemorazioni di lutto per il Signore degli oppressi (A)”.

[8] Terapia medica simile alla salassoterapia particolarmente raccomandata negli hadìth.

[9] Qomi Sheykh Abbas, Safinat al-Bihar, vol. 1, voce ‘ha-jim-mim’.

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