Ricerca Avanzata
Visite
6208
Data aggiornamento: 2010/06/30
Domanda concisa
Quali argomenti vengono offerti dai fautori della secolarizzazione?
Domanda
Quali argomenti vengono offerti dai fautori della secolarizzazione?
Risposta concisa

Gli argomenti utilizzati per negare la politica religiosa possono essere suddivisi in due gruppi:

a.     Gli argomenti sui quali si può appoggiare qualsiasi fautore della secolarizzazione, sia che si dichiari musulmano o ateo.

b.    Gli argomenti avanzati dai fautori musulmani della secolarizzazione, e in modo particolare, quelli iraniani.

Il primo gruppo comprende alcuni ragionamenti:

La differenza tra l’essenza della politica e della religione.

1.     Le proposizioni religiose e quelle esigenziali.

2.     L’inalterabilità della religione e il mutamento del mondo.

Nel secondo gruppo, invece, possiamo delineare un unico ragionamento: l’assenza di un’amministrazione efficiente nella giurisprudenza islamica.

Risposta dettagliata

Nonostante alcune circostanze storico-culturali particolari abbiano facilitato la secolarizzazione, i fautori di questa filosofia, per dimostrare le proprie affermazioni hanno presentato anche dei ragionamenti filosofici e teologici. Gli argomenti che vengono utilizzati per negare la politica religiosa possono essere suddivisi in due gruppi:

a.     Gli argomenti sui quali si può appoggiare qualsiasi fautore della secolarizzazione;

b.    Gli argomenti che hanno avanzato i fautori musulmani della secolarizzazione, e in modo particolare, quelli iraniani.

Nel primo gruppo sono compresi alcuni ragionamenti:

1.     La differenza tra l’essenza della politica e della religione.

2.     Le proposizioni religiose e quelle esigenziali.

3.     L’inalterabilità della religione e il mutamento del mondo.

Nel secondo gruppo, invece, possiamo accennare ad unico ragionamento: L’inefficienza dell’amministrazione giuridica islamica.

Noi, in questa risposta, spiegheremo questi ragionamenti in modo conciso e li valuteremo.

1.     La differenza tra l’essenza della politica e della religione

Un gruppo di fautori della secolarizzazione, premendo sull’essenzialismo, sostiene: “Ogni cosa possiede una propria essenza; e l’essenza della religione è differente da quella della politica. Quindi la “politica religiosa” è come il “legno ferroso”, cioè impossibile e introvabile”. Replicando bisogna dire: “L’essenza della politica è l’amministrazione delle questioni sociali; e quella della religione, la guida dell’essere umano da parte di Dio, l’Altissimo, verso la vera beatitudine. Detto ciò si può concludere che la politica religiosa è l’amministrazione della società, in base ai criteri e valori religiosi, affinché sia conseguita la vera beatitudine dagli esseri umani. Quindi non esiste nessun ostacolo razionale nell’instaurazione di una “politica religiosa”.

2.     Le proposizioni religiose e quelle esigenziali

Alcuni individui dichiarano: “Le affermazioni religiose fanno parte delle proposizioni esigenziali, dalle quali non è possibile trarre una direttiva specifica per ogni circostanza particolare, giacché la politica e l’amministrazione della società hanno bisogno di tali direttive specifiche. Quindi la religione non può essere considerata una fonte o guida per la politica”.[1]

Per spiegare quest’affermazione bisogna chiarire il concetto di “proposizione esigenziale”. Le regole e le proposizioni, in ogni campo, tra cui quello religioso, sono suddivisibili in tre categorie:

a.     Le regole determinanti: sono le regole che in qualsiasi circostanza rimangono inalterate, come l’ingiustizia che è proibita e la giustizia obbligatoria, che rimangono tali in qualunque condizione.

b.    Normativa esigenziale: sono le regole che, salvo ostacoli, vengono applicate in un determinato modo; come il “dire la verità” che, se causasse la morte di un individuo, non sarebbe più obbligatorio.

c.     Le regole circostanziali: sono le regole che si presentano in un determinato modo secondo le circostanze; per esempio la punizione fisica immotivata non è giusta, ma per prevenire i deviamenti etici, può essere un atto appropriato.

Comunque, tutte e tre le forme, nella religione, sono presumibili ed esistenti; però la maggior parte delle regole religiose fa parte di quelle esigenziali, che in caso di assenza di ostacoli, vengono applicate in un determinato modo.

Bisogna tuttavia prestare attenzione al fatto che questa suddivisione non è peculiare della religione, o delle regole religiose nel campo politico, ma ogni insieme di leggi è tale, cioè la maggior parte delle normative è esigenziale. In generale, sarebbe impossibile stabilire una legge che determini il dovere di ogni singolo individuo in ogni situazione particolare. La legge è sempre emanata in modo universale ed è possibile che queste generalità, riscontrando degli ostacoli, siano modificate. Gli ostacoli possibili sono vari, il più importante e diffuso di essi, probabilmente, è l’eventualità nella quale l’adempimento di una regola ostacoli l’adempimento di un’altra. In questo caso, che nella giurisprudenza islamica è chiamato “tazahum al-ahkam” (incompatibilità delle regole), esiste un criterio per privilegiare una delle due regole, vale a dire preferire e scegliere quella più importante. Da un altro lato, nella sharia sono stati specificati i parametri dell’importanza, come la protezione della vita che è più importante di quella dei beni.

In sintesi, l’esigenza è la particolarità della maggior parte delle leggi, non è una peculiarità delle regole religiose; e ciò che si può fare per chiarire il dovere in ogni circostanza – cioè decidere un criterio per le varie circostanze – è presente nella religione. Quindi possiamo concludere che non vi sono ostacoli nell’esistenza di regole divine o della politica religiosa.

3.     L’inalterabilità della religione e il mutamento del mondo

Il motivo più importante della secolarizzazione, per negare l’autorità della religione nelle questioni politiche, è l’austerità dell’inalterabilità della religione e il mutamento del mondo. Il succo del loro ragionamento si può presentare in questo modo: “La religione è sacra e le sacralità sono statiche e immutabili; poiché il mondo è in continua trasformazione e le relazioni presenti in esso pure. Quindi la religione non può essere autoritaria ed efficiente nell’amministrazione mondiale”.

Prestando attenzione a ciò che è avvenuto in passato, in questo ragionamento si possono intuire due contraddizioni, che danno come risultato un sofisma. La prima carenza è di presumere che nella religione non esistano elementi mutabili, mentre nelle risposte precedenti abbiamo spiegato la presenza di elementi mutabili nella religione, concludendo che la religione ha delle norme universali per l’identità stabile dell’essere umano, e degli insegnamenti circostanziali per l’aspetto mutevole di questa creatura. In un'altra risposta abbiamo spiegato come arrivare alle norme universali e circostanziali dell’Islam; inoltre nella prossima risposta chiariremo, tramite la “teoria del pensiero sistematico”, il loro legame nei vari ambiti della vita umana.

La seconda mancanza di questo ragionamento è il fatto di aver affermato che il mondo è in fase di mutamento, come se non ci fosse niente di stabile e, tutta la sua identità, col passare del tempo, fosse modificata. In verità, il mondo, similmente all’uomo, ha un lato stabile e perenne, cioè l’essenza dei legami presenti in esso; inoltre ha un lato mutevole che ha a che fare col modello di queste relazioni. Quindi sia la religione che il mondo possiedono un lato stabile e uno mutevole e ogni parte della religione considera la relativa parte del mondo.

4.     L’inefficienza dell’amministrazione giuridica islamica

Alcuni individui, pur accettando l’efficienza dell’amministrazione nella giurisprudenza islamica in passato, ora la considerano finita, annunciando l’era dell’amministrazione scientifica nell’epoca moderna. La base di questo discorso è la credenza dell’incompatibilità tra giurisprudenza religiosa e scienza, oppure, secondo un'altra versione, tra religione e conoscenza. Con questo si implica che la religione si è formata nell’ignoranza, e che con il progresso scientifico essa diventa inutile.

Quindi affermano: “La regolamentazione e la soluzione dei problemi da parte della giurisprudenza islamica sono una prerogativa delle civiltà semplici e non progredite nelle quali gli individui erano legati tra loro da semplici rapporti ed esigui bisogni … la possibilità di regolare la vita sociale, famigliare o della compravendita non era stata ancora sentita e al suo posto vi era l’ordine del sultano o del giurista islamico; e quindi si pensava che ogni qualvolta si creasse un problema, le regole della giurisprudenza islamica lo avrebbero risolto. Sono i profittatori della regola giurisprudenziale islamica che devono eliminare gli approfittatori; gli adulteri, i delinquenti, i corrotti, chi rincara i beni e altri malvagi, uno a uno saranno falciati o curati con le norme islamiche. La metodologia scientifica per la risoluzione dei problemi e l’amministrazione scientifica della società erano ancora sconosciute. L’amministrazione abituale era unicamente quella della giurisprudenza islamica. Però oggi si può forse negare che la giurisprudenza islamica non può dirigere il caos industriale e commerciale, tantomeno il grande mutamento delle problematiche umane?!”.[2]

Questo tipo di repliche sono il risultato del confronto dell’Islam con il cristianesimo da una parte, e il trascurare la capacità della giurisprudenza islamica dall’altra; oltre all’omettere l’insistenza dell’Islam nello sfruttamento delle varie scienze.

La giurisprudenza islamica, considerando la presenza di elementi universali e circostanziali, può essere una guida e una fonte sia per il lato stabile che quello mutevole dell’essere umano e della società. L’esistenza dell’ijtihad, che è una metodologia di principio per comprendere la religione, assicura sia la correttezza delle cognizioni in ambito religioso, sia la possibilità di rispondere ai nuovi quesiti. D'altra parte la pratica della giurisprudenza islamica e il fatto di rivolgersi a essa non equivale al distacco dalle scienze; al contrario, in base al caso, bisogna far riferimento alle conoscenze necessarie in quel campo. Inoltre, nella sezione degli insegnamenti mutevoli della religione, è la scienza che svolge un ruolo decisivo nella modalità con la quale vengono usati gli elementi universali.[3]

In conclusione, si può dire che non è scaduto né il tempo per l’utilizzo della giurisprudenza islamica, né l’utilizzo di questa impedisce lo sfruttamento delle scienze; in verità l’amministrazione giurisprudenziale islamica è l’utilizzo delle capacità sapienziali dell’umanità, per raggiungere gli obiettivi e i valori religiosi.

Fonti per l’approfondimento:

1.     Mahdi Hadavi Tehrani, Velayat va diyanat, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 2a ed., 2001.

2.     Mahdi Hadavi Tehrani, Bavarha va porseshha, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 1° ed., 1999.



[1] Cfr. 'Adil Zahir, Al-Asas al-Falsafiyyat lil-'alamaniyyat, pag. 178; Ahmad Vaezi, Hokumat-e dini, pag. 70.

[2] Abdu al-Karim Soroush, Qesse-ye Arbabe Ma’refat, pag. 54-55.

[3] Cfr. Mahdi Hadavi Tehrani, Mabani-e Kalami-e Ejtihad, pag. 403-404; Mahdi Hadavi Tehrani, Velayat-e Faqih, pag. 61-64.

Traduzione della domanda in altre lingue
Commenti
Numero di commenti 0
Inserisci il valore
esempio : Yourname@YourDomane.ext
Inserisci il valore
Inserisci il valore

Elenco degli argomenti

Domande a caso

Le più visitate

  • Qual è la regola islamica in merito ai rapporti tra una ragazza e un ragazzo?
    63221 Diritto e Precetti 2011/05/22
    Dal punto di vista islamico la donna e l’uomo sono due esseri complementari e Iddio il Benevolo li ha creati l’uno per l’altro. Uno dei bisogni che la donna e l’uomo provano l’uno per l’altro, è quello sessuale. Tuttavia per soddisfare questa necessità, occorre rispettare le regole ...
  • Come si può abbandonare il vizio della masturbazione?
    39642 Etica pratica 2011/08/04
    Il peccato è come una palude putrida che, più l’essere umano vi sprofonda, meno ne sente l’odore, poiché si è indebolito il suo olfatto e non si rende conto che sta affondando.Nonostante ciò, la seria decisione dell’essere umano di tornare da qualsiasi punto ...
  • Qual è la norma riguardante il radere la barba e la depilazione dei peli del corpo?
    38305 Etica 2011/12/21
    È considerato vietato radere la barba, con una lama o un rasoio elettrico, solamente nel caso che gli altri dicano che uno non possiede più la barba.Anche radere una parte della barba (come spiegato sopra) equivale al raderla tutta
  • Chi è il Dajjal? Spiegate chi è e gli hadìth che lo riguardano.
    34481 Teologia antica 2011/02/08
    Uno dei segni della manifestazione del Mahdi (AJ) è l’apparizione di un essere deviato e deviante definito “Dajjal”. Terminologicamente questa parola viene attribuita a ogni bugiardo. È stato descritto in modo molto strano, e poiché la maggior parte di questi hadìth, che si trovano ...
  • Perché nell’Islam l’apostata viene giustiziato? Ciò non è contro la libertà di pensiero?
    30634 Diritto e Precetti 2010/08/16
    L’apostasia è la manifestazione dell’abbandono della religione e generalmente ha come conseguenza l’invito degli altri a lasciare la propria religione. La punizione dell’apostata non è applicata a colui che abbandona la propria religione ma non lo manifesta agli altri, perciò il motivo di questa punizione non è ...
  • Per favore spieghi la base del pensiero sciita e le sue caratteristiche.
    27081 Teologia antica 2011/04/20
    Il sacro Corano è la base del pensiero sciita e altresì la fonte di tutte le scienze sciite.Il sacro Corano considera prove sia il significato esplicito dei versetti, sia i detti, il comportamento e l’approvazione tacita del nobile Messaggero (S), e di conseguenza ...
  • È vietato festeggiare il compleanno?
    23882 Diritto e Precetti 2012/06/09
    Le feste di compleanno non rispecchiano una tradizione islamica e negli insegnamenti islamici non esistono consigli in tal senso. Noi non intendiamo condannare questa nuova tradizione, pur non approvando le tradizioni importate pedissequamente da altri, poiché siamo convinti che le tradizioni debbano essere profondamente radicate nella coscienza ...
  • Qual è la norma che regola la depilazione femminile delle sopracciglia? E di fronte al marito?
    23323 Diritto e Precetti 2013/12/19
    L'atto di depilare le sopracciglia per le donne, di per sé, non presenta problemi. Nell'Islam è considerato meritorio truccarsi per il marito e una donna che trascuri il trucco e l'abbellirsi per il marito, è biasimata. Pertanto i giurisperiti sciiti, nonostante incitino le donne a rispettare tale ...
  • Perché l’uomo non può indossare l’oro?
    20608 Filosofia del diritto e dei precetti 2011/05/08
    Questa domanda non ha una risposta concisa; selezionate la risposta dettagliata. ...
  • Vi sono versetti del Corano o du'a per aver successo e aumentare il rendimento nello studio?
    20369 Etica pratica 2011/08/20
    Lo studio consiste nell’osservare una cosa con precisione e attenzione per capire e ottenere informazioni. Perciò ogni lettura priva di queste caratteristiche non è considerata “studiare”. È ovvio che lo studio, come ogni altra azione, richiede il rispetto di certe condizioni tramite cui ottenere un rendimento utile ...