Ricerca Avanzata
Visite
6127
Data aggiornamento: 2011/03/13
Domanda concisa
Nella questione dell’agonia e dell’angoscia, sono affidabili gli hadìth del Profeta (S) e della Gente della Casa (A) o l’opinione dei sapienti sciiti?
Domanda
Nella questione dell’agonia e dell’angoscia, sono affidabili gli hadìth del Profeta (S) edella Gente della Casa (A) o l’opinione dei sapienti sciiti?
Iddio il Sublime dice: “… Ebbene, da’ la buona novella a coloro che perseverano, coloro che quando li coglie una disgrazia dicono: "Apparteniamo ad Allah e a Lui ritorniamo". Quelli saranno benedetti dal loro Signore e saranno ben guidati”.
Inoltre dice: “… Coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, …”
Nel Nahj al-Balaghah c’è scritto:“Alì (A) dopo la morte del Profeta (S) riferendosi a lui disse: ‘[O Profeta,] Se non avessi vietato l’irrequietezza e l’impazienza, e non avessi ordinato di pazientare, piangerei così tanto da finire le lacrime dei miei occhi”.
Sempre nel Nahj al-Balaghah l’imam Alì (A) disse: “Chiunque batta una mano sulla gamba a causa di una calamità e si lamenti, le sue azioni diventeranno nulle”.
L’imam Husayn (A), secondo la narrazione dell’autore del libro “Muntaha al-Amal”, disse a sua sorella Zaynab: “Sorella, ti scongiuro in nome di Dio di non strapparti il colletto quando sarò ucciso, di non ferirti il viso con le unghie e di non gridare per il mio martirio”.
Abu Ja'farQumi narra che il Principe dei Credenti (A) disse ai suoi compagni: “Non vestite di nero, poiché l’abito nero è il vestito del Faraone”.
Nell’esegesi Al-Safi è riportato che il Profeta (S) strinse il patto con le donne a condizione che non si sarebbero vestite di nero in caso di disgrazia, non si sarebbero strappate i colletti, né lamentate dalla disperazione.
Nel Furu' al-Kafisi narra che il Profeta (A) raccomandò a Fatima (A): “Quando morirò, non ferirti il viso, non rovinarti i capelli e non gridare dalla disperazione, econ le donne non organizzare neppuredelle cerimonie di lamento per la mia morte”.
Lo shaykh sciita Muhammad ibnHusaynibnBabuyehQumi, noto come “Saduq”, disse: «Tra i detti del Profeta (S) che nessuno aveva pronunciato prima di lui vi è questo: “La cerimonia di lamento è un atto dell’Epoca dell’Ignoranza”».
Inoltre i sapienti sciiti Majlesi, Nuri e Borujerdi hanno narrato un hadìth del Profeta di Dio (S) che disse: “Due voci che Iddio non ama sono state maledette: l’agonia e il gridare di fronte alle disgrazie, e le canzoni; ossia le cerimonie di lamento e la musica”.
Dopo tutti questi hadìth ci si chiede perché gli sciiti, nonostante la realtà presente in questi hadìth, siano di parere contrario. E noi, chi dobbiamo seguire? Dobbiamo credere alla parola del Profeta (S) e della Gente della Casa (A) o ai sapienti sciiti del presente?
Risposta concisa

Riguardo a questo tema bisogna prestare attenzione ad alcuni punti:

1.     Non tutti gli hadìth sono attendibili.

2.     Non bisogna dimenticare i fattori spazio-temporali nel mutamento delle regole.

3.     Tra i cinque tipi di regole solamente quelle obbligatorie o vietate sono più importanti.

4.     Bisogna lavorare meglio e maggiormente sulle fonti islamiche,vale a direin merito alla domanda, vi sono questioni discutibili come il pianto; nonostante i wahabiti vietino di piangere per i defunti, dal punto di vista razionale, è un’azione gradevole e accetta. Negli hadìth sciiti e sunnititroviamo molte testimonianze concernentiil pianto per i defunti e i martiri come Hamza,ovvero il caro zio del Profeta (S), la sua adorata madre e altri. Invero secondo questi hadìth l’Inviato di Dio (S), la Gente della Casa (A) e i suoi compagni agivano in questo modo.

5.     Dalle parole dei giurisperiti e sapienti religiosi possiamo capire che non tutte le azioni compiute da chi perde un caro sono accette; al contrario, alcune di esse oltre a costituire peccato, prevedono anche una penitenza (kaffarah); non si devono quindiattribuire all’Islam o ai devoti della religione le azioni inconsapevoli e irreligiose della gente.

Risposta dettagliata

Per ottenere la risposta in principio bisogna analizzare alcune premesse:

1.     Ogni hadìth, in qualsiasi libro, è attendibile?

Al riguardo bisogna dire che l’attendibilità di un hadìth dipende dalla valutazione della sua fonte e significato. Questo compito spetta agli esperti in questioni islamiche chiamati faqih o mujtahid.

È opportuno ricordare che pur ammettendo la correttezza di un hadìth, è possibile che questo sia in contrasto conunaltro e vi sia quindi il bisogno di un ulteriore esperto che raggiunga un responso finale.

In realtà l’utilizzo del Corano e degli hadìth è simile a quello del computer ai giorni nostri, cioè a volte è sufficiente premere un tasto per compiere un’azione e a volte bisogna premere due o più tasti; per esempio per avviare un programma basta il tasto Enter, mentre a volte per compiere un’azione bisogna premere il tasto Ctrl ed Enter.

Anche tra i versetti e gli hadìth, a volte il concetto di un versetto o un hadìth è ben comprensibile da solo,mentre a volte bisogna prendere in considerazione due o più versetti e hadìth. Per esempio in un punto del Nahj al-Balaghah c’è scritto che l’Imam Alì (A), mentre praticava il ghuslalla salma del Profeta (A),disse (riferendosi al Profeta): “Se non avessi ordinato la pazienza e negato l’impazienza avrei pianto così tanto da finire le lacrime, questo dolore sarebbe rimasto perpetuamente nella mia anima e anche la mia angoscia sarebbe diventata eterna; tutto questo è niente rispetto alla tua disgrazia”.[1] In un’altra parte però c’è scritto che quando seppellì il Profeta (S) disse: “Certamente la pazienza è bene,tranne nella tristezza per la tua perdita, e l’impazienza è sconsigliata, tranne nell’angoscia della tua morte; la tua disgrazia è molto grave mentre quelle precedenti e future sono irrilevanti”.[2]

In meritoagli indumenti neri sono stati trasmessi alcuni hadìth di cui uno dice: “Il Principe dei Credenti disse:‘Non vestite di nero, poiché esso è il vestito del Faraone’”.[3]

In un altro hadìth invece l’Imam Sadiq (A) afferma: “L’inviato di Dio (S) riteneva il nero sconsigliato, salvo in tre casi: il turbante, le scarpe e il mantello”.[4]

2.     Il ruolo dei fattori spazio-temporaliedel cambiamento delle condizioni nelle regole religiose è importante. Questa tesi è stata avanzata da grandi giurisperiti come l’imam Khomeini (ra) e risale anche all’epoca dell’Inviato di Dio (S). Un esempio pratico è la visita ai defunti, in merito alla quale i grandi sapienti sunniti narrano che Muhammad (S) disse: “Io prima d’ora vi negavo di visitare le tombe dei defunti ma adesso potete andare giacché questo tipo di visita aumentalozuhd[5] in questo mondo ed è un ammonimento per l’Aldilà”.[6]

Inoltre ricordiamo che i motivi della visita ai defunti, che si possono ricavare dal Libro e dalla Sunna, sono molteplici, ma in questo articolo non è il caso di esporli.

Riguardo all’argomento in questione alcuni esperti affermano: “Indossare indumenti neri, nonostante secondo la regola principale sia sconsigliato, adesso che è diventato un simbolo di rispetto verso i devoti della religione (come l’Imam Husayn -A-), viene applicata una regola secondaria, tale che opporsi ad essa può essere un problema.

3.     Sappiamo che tra i cinque tipi di regole religiose, due rivestono un’importanza speciale. Il primo sono gli atti obbligatori che devono essere compiuti e il secondo quelli vietati da cui bisogna astenersi;tuttavia il resto delle azioni non sono di carattere obbligatorio. Per quanto riguarda l’argomento della domanda esso ha un responsodifferente a seconda dei casi che spiegheremo in seguito.

In merito alla domanda posta, ovvero se credere nelle parole del Profeta (S) e della sua Famiglia (A) oppure nelle opinioni dei giurisperiti e dei sapienti moderni, vi sono alcune questioni da discutere:

a.     Com’è visto il pianto dal punto di vista razionale e scientifico?

L’essere umano nella propria vita, in base a varie condizioni, prova stati d’animo differenti che sono naturali e innati:a volte ride quando è contento, a volte è triste, angosciato e piange.

Il pianto in realtà è un bisogno umano che se viene manifestato propriamente è una virtù ed è costruttivo.

Il pianto aiuta l’uomo nelle condizioni difficili e lo libera dai rancori e dalla malinconia.Il pianto a volte purifica il cuore dalle impurità, lo prepara al pentimento e allontana la crudeltà donandogli serenità.Piangere per un oppresso è un tipo di legame affettivo con lui e di avversità contro l’oppressore.Il pianto presenta un profitto corporeo, spirituale e anche politico; quest’ultimo dev’essere discusso in un luogo idoneo.Riguardo ai defunti, l’essere umano quando perde un caro, per natura si rattrista e piange involontariamente. Questa questione nella vita umana è chiara e inconfutabile. L’Islam in qualità di religione innata non contrasta questo fatto.

b.    Come viene considerato il pianto dalla religione?

1.     Il pianto dal punto di vista coranico -Nei versetti della sura Yusuf leggiamo che Giacobbe pianse e si addolorò talmente tanto da diventare cieco.[7]

Certamente questoatteggiamento non ostacola la pazienza,poiché il cuore dei devoti di Dio è il centro dei sentimenti e non è strano che a causa della lontananza del figlio,Giacobbe abbia versato un fiume di lacrime. Questo è un atto affettivo. L’importante è non perdere il proprio controllo, cioè non dire parole o compiere azioni contrarie al compiacimento divino.

2.     La condotta del Profeta dell’Islam (S), della sua Famiglia (A) e dei musulmani in merito al pianto per i defunti e i martiri, è una discussione complessa. Da un’analisi storica, al contrario di ciò che dicono i wahabiti, ovvero che il pianto per i defunti è vietato, possiamo dedurre che il caro Profeta dell’Islam (S) e i suoi compagni agivano secondo questo bisogno naturale. Di seguito riportiamo alcune testimonianze storiche:

Il Profeta Muhammad (S) versò lacrime per suo figlio Ibrahime quando alcuni si lamentarono, egli rispose: “Gli occhi piangono e il cuore si rattrista, però non dico niente che causi l’ira di Dio”.[8]

In altra fonte leggiamo che disse: “Questo pianto non è impazienza bensìuna grazia”.

Inoltre bisogna ricordare che nel petto dell’essere umano risiede un cuore e non una pietra, è quindi del tutto naturale che reagisca di fronte alle questioni affettive; la più semplice delle sue reazioni sono le lacrime. Questo non è un difetto ma un bene. Un difetto è quando l’essere umano dice qualcosa che causa l’ira di Dio.[9]

Un’altra testimonianza del Profeta (S) riguarda il suo caro zio Hamza, si racconta infatti: “Quando nella battaglia di UhudHamza fu martirizzato, sua sorella Safiyyah cercava il Profeta (S). Una volta trovato quel nobile, egli si pose tra di lei e gli Ansar invitandoli a lasciarla in pace. Safiyyah si sedette presso il Profeta (S) o il corpo di Hamza e pianse. Ogni qualvolta piangeva ad alta voce anche il pianto del Profeta aumentava e ogni qualvolta piangeva pacatamente il pianto del Profeta diminuiva. Anche Fatima (A), la figlia del Profeta (S), piangeva; il Profeta piangeva insieme a lei e disse: “Nessuno proverà tante disgrazie quanto te”.[10]

Alcuni racconti riportano che dopo la guerra di Uhud,mentre il Profeta di Dio (S) sentiva che dalle case degli Ansar si elevavano pianti per i martiri disse: “Però nessuno piange per Hamza?!”.Sa'dibnMa'az che udì queste parole corse verso le donne della tribùdei “Bani'Abd al-Ashhal” e le invitò a piangere per Hamza. Da quel momento nessuna donna degli Ansar non pianse per un defunto se non dopo aver pianto per Hamza.[11]

Da questavicenda si può desumere cheil Profeta(S) non solo pianse per Hamza, ma apparentemente invitò anche le donne degli Ansar a piangere per lui.

Quando il Profeta (S) andò a visitare la tomba di sua madre, pianse molto e anche coloro che gli erano accanto piansero per via del suo pianto.[12]

Riguardo alla figlia di quel nobilenarrano che:

La nobile Zahra (A) dopo la morte dell’Inviato di Dio (S) piangeva e diceva: “O padre, tu ti sei avvicinato a Dioaccettandoil suo invito. Caro padre adesso il Paradiso è la tua dimora”.[13]

In merito al pianto del Profeta (S), della Gente della Casa (A) e dei suoi compagni per i defunti e i martiri vi sono anche altre testimonianze che evitiamo di riportare per non dilungarci troppo.

c.     L’opinione dei giurisperiti e degli esperti in questioni religiose è che, per il lutto dei propri cari o a causa di disgrazie, difficoltà e di avvenimenti amari di ogni giorno, ogni azione è lecita? In merito riportiamo l’opinione di alcuni grandi giurisperiti riguardo al lutto:

È permesso piangere per un defunto e a volte, in caso di forte afflizione, è meritorio. Non si devono però pronunciare parole che causino l’ira di Dio. I lamenti funebri, sotto forma di poesia o non, se il contenuto non è negativo come lebugie o altre cose vietate, sono concessi, e per precauzione obbligatoria bisogna anche evitare di dire espressioni quali “O sventura! Che guaio!”; inoltre per precauzione obbligatoria non bisogna picchiarsi in faccia, ferirsi la pelle, tagliarsi e strapparsi i capelli, e gridare al di fuori del normale; addirittura per alcuni di questi gesti diventa obbligatoria una penitenza (kaffarah)”.[14]

Pertantol’opinione dei grandi giurisperiti sciiti equivale a quella tramandata dagli hadìth e dalla condotta dei devoti di Dio.

Non va dimenticato che i giurisperiti e le persone di grande notorietà religiosa in base alle guide delle fonti islamiche considerano il termine “pazienza” uno dei termini di grande valore; infatti hanno esortato a pazientare in ogni tipo di difficoltà, disgrazia e lontananza di un caro, al fine di ottenere un grande merito. Il primo passo fondamentale per un musulmano in caso di disgrazia e difficoltà è pertanto di pazientare, anche se non è vietato piangere o simili.Tuttavia alcuni atti che la gente compie, quali ferirsi la testa e il viso, gridare in modo molesto, strapparsi i capelli e simili, non sono approvati daglihadìth e dai sapienti religiosi. In conseguenza di ciò,colui che ha posto la domanda, deve modificare la propria opinione al riguardo.

d.    Inoltre è importante ricordare che l’uomo è un essere sociale e con vari aspetti che influenzano l’un l’altro. L’Islam ha sfruttato questo importante concetto psicologico in modo positivo per rafforzare e diffondere la religione; infatti il Profeta dell’Islam (S) incitava a piangere per il nobile Hamza e lui stesso piangeva per lui. Per questo stesso motivo gli Imam (A) hanno incitato a piangere e commemorare il lutto per l’Imam Husayn (A), il Signore dei Martiri.[15]



[1]Nahj al-Balaghah, versione Dashti, sermone 235.

[2] Ivi, sentenza 292.

[3]ShaykhSaduq,'Ilal al-Shara'i', vol. 2, pag. 347.

[4]Ibidem.

[5]Zuhdsignifica non affezionarsi alle cose mondane e quindi non implica

ecessariamente una vita povera: chi possiede lo zuhd, se perde un bene prezioso, non si dispera.

[6]SunanibnMajah, vol. 1, pag. 114.

[7] Sacro Corano, 12:84

[8]Usulal-Kafi, vol. 3, pag. 262.

[9]TafsirNemune, vol. 9, pag. 352.

[10]Al-Asma'Miqrizi, pag. 154.

[11]IbnSa'd, Tabaqat, vol. 3, pag. 11; Musnad Ahmad, vol. 2, pag. 129.

[12]Ja'farSobhani, Rahnama-yeHaqiqat, pag. 231.

[13]Ivi, pag. 232.

[14]Imam Khomeini, Tahrir al-Wasilah, vol.1 pag. 93.

[15]Bihar al-Anwar, vol. 44, pag. 292.

Traduzione della domanda in altre lingue
Commenti
Numero di commenti 0
Inserisci il valore
esempio : Yourname@YourDomane.ext
Inserisci il valore
Inserisci il valore

Elenco degli argomenti

Domande a caso

Le più visitate

  • Qual è la regola islamica in merito ai rapporti tra una ragazza e un ragazzo?
    63139 Diritto e Precetti 2011/05/22
    Dal punto di vista islamico la donna e l’uomo sono due esseri complementari e Iddio il Benevolo li ha creati l’uno per l’altro. Uno dei bisogni che la donna e l’uomo provano l’uno per l’altro, è quello sessuale. Tuttavia per soddisfare questa necessità, occorre rispettare le regole ...
  • Come si può abbandonare il vizio della masturbazione?
    39598 Etica pratica 2011/08/04
    Il peccato è come una palude putrida che, più l’essere umano vi sprofonda, meno ne sente l’odore, poiché si è indebolito il suo olfatto e non si rende conto che sta affondando.Nonostante ciò, la seria decisione dell’essere umano di tornare da qualsiasi punto ...
  • Qual è la norma riguardante il radere la barba e la depilazione dei peli del corpo?
    38190 Etica 2011/12/21
    È considerato vietato radere la barba, con una lama o un rasoio elettrico, solamente nel caso che gli altri dicano che uno non possiede più la barba.Anche radere una parte della barba (come spiegato sopra) equivale al raderla tutta
  • Chi è il Dajjal? Spiegate chi è e gli hadìth che lo riguardano.
    34415 Teologia antica 2011/02/08
    Uno dei segni della manifestazione del Mahdi (AJ) è l’apparizione di un essere deviato e deviante definito “Dajjal”. Terminologicamente questa parola viene attribuita a ogni bugiardo. È stato descritto in modo molto strano, e poiché la maggior parte di questi hadìth, che si trovano ...
  • Perché nell’Islam l’apostata viene giustiziato? Ciò non è contro la libertà di pensiero?
    30608 Diritto e Precetti 2010/08/16
    L’apostasia è la manifestazione dell’abbandono della religione e generalmente ha come conseguenza l’invito degli altri a lasciare la propria religione. La punizione dell’apostata non è applicata a colui che abbandona la propria religione ma non lo manifesta agli altri, perciò il motivo di questa punizione non è ...
  • Per favore spieghi la base del pensiero sciita e le sue caratteristiche.
    27068 Teologia antica 2011/04/20
    Il sacro Corano è la base del pensiero sciita e altresì la fonte di tutte le scienze sciite.Il sacro Corano considera prove sia il significato esplicito dei versetti, sia i detti, il comportamento e l’approvazione tacita del nobile Messaggero (S), e di conseguenza ...
  • È vietato festeggiare il compleanno?
    23832 Diritto e Precetti 2012/06/09
    Le feste di compleanno non rispecchiano una tradizione islamica e negli insegnamenti islamici non esistono consigli in tal senso. Noi non intendiamo condannare questa nuova tradizione, pur non approvando le tradizioni importate pedissequamente da altri, poiché siamo convinti che le tradizioni debbano essere profondamente radicate nella coscienza ...
  • Qual è la norma che regola la depilazione femminile delle sopracciglia? E di fronte al marito?
    23273 Diritto e Precetti 2013/12/19
    L'atto di depilare le sopracciglia per le donne, di per sé, non presenta problemi. Nell'Islam è considerato meritorio truccarsi per il marito e una donna che trascuri il trucco e l'abbellirsi per il marito, è biasimata. Pertanto i giurisperiti sciiti, nonostante incitino le donne a rispettare tale ...
  • Perché l’uomo non può indossare l’oro?
    20541 Filosofia del diritto e dei precetti 2011/05/08
    Questa domanda non ha una risposta concisa; selezionate la risposta dettagliata. ...
  • Vi sono versetti del Corano o du'a per aver successo e aumentare il rendimento nello studio?
    20327 Etica pratica 2011/08/20
    Lo studio consiste nell’osservare una cosa con precisione e attenzione per capire e ottenere informazioni. Perciò ogni lettura priva di queste caratteristiche non è considerata “studiare”. È ovvio che lo studio, come ogni altra azione, richiede il rispetto di certe condizioni tramite cui ottenere un rendimento utile ...