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Data aggiornamento: 2010/07/18
Domanda concisa
Guardando il mondo attorno a noi ci rendiamo conto che la maggior parte della gente è inclinata al male e alla corruzione...
Domanda
Guardando il mondo attorno a noi ci rendiamo conto che la maggior parte della gente è inclinata al male e alla corruzione; però se la religione, il monoteismo e la predisposizione al bene appartengono alla natura umana e alla sua indole, perché la maggioranza tende al male? e oggi il mondo è ufficialmente secolarizzato? Dovremmo forse dire che la religione non appartiene all’indole umana, e tralasciando ciò, che la maggior parte della gente precipiterà nell’Inferno poiché agisce male ed è irreligiosa?
Risposta concisa

L’essere umano, secondo la sua indole, è alla ricerca di Dio e della verità, infatti, la maggior parte della gente risponde a quest’attrazione [divina]. Gli esseri umani per natura seguono la verità, però in alcuni casi sbagliano nel riconoscerla. In realtà sono alcuni fattori esterni e interni che deviano la gente nel riconoscere la verità e nell’inclinarsi a essa. Il demonio e l’anima maligna (nafs al-ammarah) da una parte e la pesante propaganda degli esseri umani al servizio del diavolo dall’altra, nascondono la verità alla loro vista. La secolarizzazione, non con il significato di laicità bensì con quello della separazione della religione dal campo politico-sociale, si è imposta in Occidente a causa del cattivo operato del cristianesimo alterato, dei suoi rappresentanti e dell’estesa propaganda; tuttavia è degno di nota che oggi gli occidentali mostrano un notevole interesse per la religione. Tramite quest’analisi diviene chiaro che la maggior parte della gente non si dirige verso l’Inferno, poiché è alla ricerca della verità ma ha sbagliato nel riconoscerla e secondo una definizione è “jahil qasir[1].


[1]Ignaro innocente e involontario.

Risposta dettagliata

L’essere umano, secondo la propria indole, è alla ricerca di Dio e della verità ed è incline alla religione e all’etica; inoltre la maggior parte della gente risponde a questo richiamo [divino]. I sapienti musulmani in base al Corano e agli hadìth chiariscono che la gente per natura segue la verità, ma in alcuni casi sbaglia nel riconoscerla. Se un giorno si fermasse l’invasione propagandistica contro i valori e fosse mostrato il vero volto della verità, come tale, diventerebbe chiaro che la maggior parte si schiererebbe da quella parte. Quindi la maggioranza non è predisposta al male ma, o è ingannata nella pratica e nella conoscenza, confondendo il bene col male, oppure nella pratica viene ingannata dal proprio impulso e dal demonio e tende quindi al male.

Negli ultimi tempi, in particolar modo dalla seconda metà del XX secolo, la dimensione propagandistica a dispetto della religione e dell’etica è talmente ampia, che la maggior parte della gente si è allontanata dalla religione e in questo senso è divenuta “secolarizzata”. A causa dell’essenza cristiana, che è una religione alterata e in molti casi irrazionale, e a causa dell’operato negativo dei suoi fautori in Occidente e della vasta propaganda antireligiosa, la religione è stata espulsa dal campo sociale; nonostante ciò la maggior parte della gente è inclinata alla religione. Un esempio pratico sono i paesi governati da un regime comunista. Abbiamo visto e sentito che in seguito a lunghi e violenti conflitti da diverse postazioni contro la religione e le sue esteriorità, appena tali governi sono caduti, la religione ha ripreso vita. Tutto ciò è dovuto all’indole religiosa insita nell’uomo e facente parte della sua natura.[1]

Sostenere che la maggioranza della gente andrà all’Inferno è una conclusione errata, poiché la maggioranza infine andrà in Paradiso giacché l’Islam distingue il miscredente colpevole, che pur sapendo si allontana, da colui che sbaglia inconsapevolmente (jahil qasir). L’Islam è molto flessibile con chi sbaglia involontariamente; allo stesso modo delimita le credenze giuste da quelle errate e si considera la verità assoluta, comprensibile razionalmente, alla portata di tutti e alla quale deve appoggiarsi tutta la gente, oltre a denigrare le credenze errate. Secondo l’Islam solamente il miscredente[2] colpevole merita l’Inferno, ma colui che non ha conosciuto la verità dell’Islam e nella propria religione o prassi si sottomette a ciò che è giusto mettendolo in pratica, farà parte del popolo della salvezza.[3] La verità è che se diamo uno sguardo al creato dall’alto, senza limitarci all’esteriorità, giustamente vedremo che la maggioranza degli esseri umani andrà in Paradiso e solo pochi individui andranno all’Inferno per l’eternità. In altre parole possiamo dire che la maggior parte della gente agisce secondo la propria indole divina, anche se erra nel riconoscerla e quindi per questo stesso motivo commette anche degli sbagli e forse dovrà scontare delle pene per alcuni periodi nel barzakh[4], il Giorno del Giudizio o momentaneamente nell’Inferno stesso. Però alla fine sarà salvata e andrà in Paradiso; solo alcuni seppelliscono la propria indole e questi saranno all’Inferno in eterno.


[1] Per maggiori informazioni: il libro Fetrat, Shahid Allamah Motahhari, Entesharat Sadra; Tafsir-e mouzu'i-e Qor'an-e karim, Fetrat dar Qor'an, Ayatollah Javadi Amoli.

[2] Per miscredente, in senso ampio, s’intende colui che nega i principi della religione. Questo si divide in due gruppi: miscredente colpevole che intenzionalmente e consapevolmente nega la verità e quello incolpevole che non sa quello che dice e se riconoscesse la verità, la accetterebbe.

[3] Shahid Motahhari, 'Adl-e Elahy, ottava parte, pp. 319-427 e in particolar modo il riassunto alle pp. 424-427.

[4] Stadio intermedio tra la morte e il Giorno della Resurrezione, in cui alcuni esseri umani, a seconda delle proprie azioni, assaggeranno le benedizioni del Paradiso e altri le punizioni dell’Inferno.

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