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Loro dicono che siccome non conosciamo l’arabo e non abbiamo seguito corsi avanzati, non abbiamo il diritto di citare degli hadìth e di analizzarli, bensì dobbiamo consultare loro in qualità di esperti; questo è giusto?
L’Islam e Dio non hanno concesso a nessuno il potere di conoscere gli assiomi e di pensare?
Questo tipo di sapienti allontana la gente dall’Islam invece di avvicinarli a esso (amichevolmente e con comprensione reciproca).
La conoscenza e l’apprendimento delle regole e delle scienze islamiche, dal punto di vista della profondità, constano di vari livelli:
a. Conoscenza elementare e superficiale: come l’apprendimento delle regole pratiche, l’etica e il credo.
b. Conoscenza argomentativa: per esempio l’apprendere le motivazioni giuridiche delle regole pratiche, etiche e del credo.
c. Conoscenza della filosofia delle regole pratiche, etiche e del credo.
L’apprendimento e il porre domande del primo livello (conoscenza elementare) è un dovere di tutti gli individui ed è doveroso che i sapienti rispondano ai loro quesiti. Però l’apprendimento del secondo e terzo livello, senza aver prima conseguito le abilità e gli strumenti necessari, non renderà il risultato accettabile ed è possibile che alcuni lo considerino uno spreco di tempo, similmente a chi voglia costringere un medico a spiegare i motivi specifici di una malattia senza avere conoscenze professionali in campo medico: è naturale che in un simile caso perderà tempo sia il medico, sia colui che ha posto la domanda.
In realtà i sapienti religiosi hanno sempre cercato di aumentare le conoscenze della gente diffondendo libri e organizzando sedute ove esporre i propri quesiti, ecc., comportandosi secondo l’etica islamica e rispondendo cordialmente.
I numerosi siti internet - avviati da noti sapienti per rispondere a domande riguardanti anche il secondo e terzo livello - attestano la nostra affermazione.