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Data aggiornamento: 2010/12/19
Domanda concisa
Perché l’imam Hasan (A) non è insorto come l’imam Husayn (A)?
Domanda
Perché l’imam Hasan (A), pur potendo insorgere contro gli Omayyadi, non lo fece e l’unico Imam che si ribellò fu l’imam Husayn (A), quali furono le sue motivazioni per insorgere?
Risposta concisa

Ogni avvenimento storico dev’essere analizzato in base al suo contesto politico.

Quando l’imam Hasan (A) ottenne il governo (quale successore dell’imam Alì - A -), la prima cosa che fece fu di organizzare un esercito per affrontare Mu'awiyyah, però prendendo in considerazione il contesto sociale, tutte le questioni riguardanti il mondo islamico, valutando la forza militare del proprio governo rispetto a quello di Mu'awiyyah e ritenendo dannoso il proseguimento della guerra in queste condizioni, fu obbligato ad accettare la pace ed evitò lo scontro.

La storia dimostra che:

     i.        L’imam Hasan (A) non avendo comandanti e compagni sinceri non aveva la possibilità militare di vincere Mu'awiyyah e i suoi seguaci.

    ii.        In un tale contesto, il mondo islamico non avrebbe tratto alcun vantaggio dall’esito di una guerra con Mu'awiyyah.

   iii.        Uno scontro tra l’imam Hasan (A) e Mu'awiyyah, e il martirio del primo, sarebbe stata una sconfitta per il nucleo del califfato dei musulmani (l’imam Hasan era califfo a quel tempo).

La situazione dell’imam Husayn (A) era invece completamente diversa; infatti la gente in quel lasso di tempo si era stancata delle oppressioni degli Omayyadi, voleva stringere il patto di alleanza con l’Imam (A) e aveva preparato Kufa quale centro per formare il suo governo. Inoltre l’avversario dell’imam Husayn (A) era Yazid, che non rispettava nessuna delle norme islamiche, e un eventuale giuramento di fedeltà dell’Imam (A) nei suoi confronti, avrebbe significato accettare e riconoscere ufficialmente le sue oppressioni e la sua deviazione; non sarebbe rimasto così più niente dell’Islam.

Quindi la pace dell’imam Hasan (A) e l’insurrezione dell’imam Husayn (A) sono due vicende storiche che devono essere analizzate ognuna in base al proprio contesto socio-politico; per noi entrambi gli Imam (A) sono immuni da errore e se l’imam Husayn (A) fosse stato il successore di Alì (A) si sarebbe comportato come suo fratello Hasan (A).

Risposta dettagliata

L’Islam è originalmente una religione di misericordia, pace e tranquillità. La vita del Profeta (S) e degli Imam (A) ne sono un chiaro esempio, tranne i casi in cui siano stati costretti alla guerra per difendersi.

Quando l’imam Hasan (A) divenne califfo, Mu'awiyyah gli si oppose con le sue forze armate, perciò egli stesso preparò un esercito per difendersi e fronteggiare quello di Mu'awiyyah. In seguito però, le condizioni cambiarono in modo tale che l’imam Hasan (A) fu costretto a difendere l’Islam in un altro modo[1].

Riguardo alla pace dell’imam Hasan (A) e l’insurrezione dell’imam Husayn (A) c’è da dire che esse sono due vicende storiche derivanti dal proprio contesto socio-politico e che devono essere analizzate in base ad esso.

Secondo noi l’imam Hasan (A) e l’imam Husayn (A) sono entrambi imam e immuni dall’errore. Il fatto che uno abbia stretto un trattato di pace e l’altro sia invece insorto è dovuto ai differenti contesti socio-politici in cui ognuno di loro è vissuto, cui accenniamo brevemente:

1.     Dal punto di vista storico è risaputo che Mu'awiyyah fosse astuto: apparentemente rispettava le norme islamiche. Al contrario Yazid, non solo nutriva un profondo odio per l’Islam, come il padre, ma lo manifestava anche, non portando rispetto per nessuna delle sacralità islamiche[2]. È per questo che l’imam Husayn (A), quando Mu'awiyyah era ancora in vita, nonostante avesse ricevuto lettere dall’Iraq che lo invitavano alla rivolta contro Mu'awiyyah, non accettò e disse: “Ora non è tempo per insorgere, Dio abbia misericordia di voi, fino a quando Mu'awiyyah è in vita, non fate niente e rimanete nascosti nelle vostre case”[3].

2.     La presenza dei khawarij[4], la mancanza di compagni sinceri e comandanti con spirito di sacrificio[5] e altresì la fragilità interna, avevano indebolito il potere militare dell’imam Hasan (A), inoltre la gente era restia a partecipare a una guerra contro Mu'awiyyah[6], questi erano tra i motivi della pace, come disse egli stesso: “Vidi che la maggior parte della gente voleva la pace e non la guerra, non volevo obbligarli a fare ciò che non gradivano. Perciò per proteggere la vita di [un esiguo numero di] essi, accettai la pace”[7].

3.     L’imam Hasan (A) era a quel tempo il califfo dei musulmani e uno scontro con Mu'awiyyah che avesse causato la morte del primo, sarebbe stata la sconfitta del califfato dei musulmani e, come disse Shahid Motahhari, ciò non l’avrebbe voluto nemmeno l’imam Husayn (A): che qualcuno sia ucciso quale successore del Profeta (S) e califfo dei musulmani[8]. Infatti l’imam Husayn (A) non volle essere ucciso alla Mecca, poiché sarebbe stata una profanazione di un luogo sacro. Tali condizioni non potevano esigere una guerra e la pace fu una tattica importante per dare un assetto allo stato dei musulmani e rafforzare le fondamenta del governo islamico.

Noi siamo pertanto convinti che se l’imam Husayn (A) fosse stato al posto dell’imam Hasan (A), si sarebbe comportato allo stesso modo. Prova di ciò è il fatto che quando l’imam Hasan (A) ebbe accettato il trattato di pace, un gruppo di persone andò dall’imam Husayn (A) dicendo che essi non erano d’accordo con la pace e se dovevano stringere il patto di alleanza con lui (cioè l’imam Husayn). Egli rispose: “No, qualsiasi cosa faccia mio fratello Hasan (A), io lo seguo”[9].

Invece, per le seguenti motivazioni, il contesto dell’imam Husayn (A) era completamente opposto:

  1. La prima differenza fra la situazione dell’imamato dei due Imam (A), che causò la rivolta dell’imam Husayn (A) fu che Yazid gli chiese di stringere il patto di alleanza con lui e se l’Imam (A) avesse giurato fedeltà a lui, che non rispettava nessuna delle norme islamiche, sarebbe stato come accettare e riconoscere ufficialmente le sue oppressioni e la sua deviazione, non sarebbe rimasto così più niente dell’Islam e delle sue sacralità. Al contrario, Mu'awiyyah non aveva chiesto all’imam Hasan (A) di stringere il patto d’alleanza con lui, che era anche una delle condizioni del trattato di pace.

  2. Quegli stessi individui che al tempo dell’imam Hasan (A) non erano propensi a una guerra[10], durante i vent’anni del governo di Mu'awiyyah si erano stancati dell’oppressione degli Omayyadi, e Kufa era una città quasi pronta a diventare il centro del governo dell’imam Husayn (A), ciò non lasciava giustificazioni all’imam Husayn (A) per non accettare l’invito della gente di Kufa[11].

  3. La più importante motivazione della rivolta dell’imam Husayn (A) è l’ordinare il bene e proibire il male.

Mu'awiyyah durante i suoi vent’anni di regno si era comportato contrariamente alle norme islamiche: aveva oppresso la gente, cambiato le regole islamiche, sperperato il denaro pubblico (bayt al-mal), versato il sangue di persone innocenti, violato il trattato di pace, il Corano e la tradizione del Profeta (S); inoltre dopo di sé, aveva nominato come successore il figlio, che beveva vino e giocava con i cani; tutto ciò spinse l’imam Husayn (A) a insorgere per ordinare il bene e proibire il male. Queste caratteristiche di Mu'awiyyah non erano ancora palesi per la gente al tempo dell’imam Hasan (A) e forse è per questo che si dice che il trattato di pace dell’imam Hasan (A) è stato alla base della rivolta dell’imam Husayn (A). Infatti le condizioni poste nel trattato da parte dell’Imam (A) sbarrarono la via a qualsiasi inganno di Mu'awiyyah, anche se poi lui non le rispettò, ma con ciò, nella società islamica, non compromise altro che se stesso, e il risultato fu la rivolta dell’imam Husayn (A) contro suo figlio Yazid.

Queste sono alcune delle condizioni del trattato di pace dell’imam Hasan (A):

1.     Mu'awiyyah si comporti secondo il Corano e la tradizione del Profeta (S).

2.     Dopo di lui, il califfato torna all’imam Hasan (A), o nel caso in cui non fosse possibile, all’imam Husayn (A).

3.     Sia vietato insultare l’imam Alì (A) durante i sermoni e le preghiere comunitarie.

4.     Non sia toccato il denaro pubblico di Kufa che ammonta a cinque milioni di dirham.

5.     I musulmani e gli sciiti siano al sicuro.

Da queste condizioni si può chiaramente dedurre che l’imam Hasan (A) non voleva consolidare il califfato di Mu'awiyyah, ma era stato costretto a comportarsi così per il bene dell’Islam e dei musulmani, e in base al contesto della società islamica del tempo.

Fu dunque a causa delle condizioni della società islamica al tempo dell’imam Hasan (A) e il fatto che egli fosse califfo, che strinse il trattato di pace con Mu'awiyyah; infatti queste condizioni erano diverse da quelle dell’imam Husayn (A): le prime richiedevano la pace e le seconde l’insurrezione.

Per approfondire l’argomento si consulti il libro Seyri dar Sire-ye A'emme-ye Athar (A) di Motahhari, pp. 51-97.



[1] Rezvani Alì Asghar, Pasokh be Shobahat-e Vaqe'e-ye Ashurà, pag. 35.

[2] Ivi, pag. 319.

[3] Al-Majma' al-'Alami li'Ahl al-Bayt (A), A'lam al-Hidayah, Imam Husayn (A), pag. 147.

[4] Uno dei gruppi insorti contro l’imam Alì (A), che erano estremisti e si consideravano migliori e più degni di prendere decisioni dell’Imam (A).

[5] Dicono che l’imam Hasan (A) avesse scelto quattro comandanti per il suo esercito che Mu'awiyyah corruppe e attrasse dalla sua parte. Rezvani Alì Asghar, Pasokh be Shobahat-e Vaqe'e-ye Ashurà, pag. 316.

[6] Il combattimento di tre battaglie (Jamal, Siffin e Nahrawan) al tempo dell’imam Alì (A) aveva creato scetticismo e stanchezza rispetto alla guerra nei compagni dell’imam Hasan (A).

[7] Al-Majma' al-'Alami li'Ahl al-Bayt (A), A'lam al-Hidayah, Imam Husayn (A), pag. 147.

[8] Motahhari Morteza, Seyri dar Sire-ye A'emme-ye Athar (A), pag. 77.

[9] Ivi, pag. 96.

[10] L’imam Hasan (A) in uno dei suoi ultimi sermoni chiese il parere della gente riguardo al continuare la battaglia. Essi risposero che volevano la vita, quindi di firmare il trattato di pace. Rezvani Alì Asghar, Pasokh be Shobahat-e Vaqe'e-ye Ashurà, pag. 316.

[11] Motahhari Morteza, Seyri dar Sire-ye A'emme-ye Athar (A), pag. 81.

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